Un piccolo assaggio…

John William Godward, The Favourite, 1901

“…Senza far nulla, quella creatura catalizzò progressivamente l’attenzione dei presenti: sfoggiava con disinvoltura la propria inconsapevole bellezza; era incredibile pensare che quel cacciatore agile e implacabile fosse lo stesso gatto che ora dormiva, godendo di una beatitudine sconosciuta agli umani. Calpurnia ruppe l’incantesimo, si alzò e si inginocchiò vicino a lui per accarezzarlo. Il gatto, pigramente, aprì un occhio e stese la zampina per iniziare, con lentezza sfrontata, a giocare con il lembi del vestito di lei, suscitando il divertimento degli osservatori…”

Adorabili, soffici divinità domestiche… dolci demoni della nostra coscienza. Con quei loro occhi smeraldini, forieri di incanti e smarrimenti, e quelle unghie a spillo, ci riportano gementi nella realtà, proprio mentre il gatto ci “impasta” pigramente…

C’è un gatto in questo bel quadro di Godward, splendente di luce estiva, di colore e calore, della perfezione di un attimo.
C’è un gatto anche nel libro e, in una fredda sera di gennaio, accende l’attenzione di quattro persone, che parlottano tranquille vicino a un braciere. Il suo nome evocherà in loro delle riflessioni inquietanti. Perché queste creature sanno dirci tante cose, senza bisogno di parlare.

“Calpurnia, l’ombra di Cesare” è in uscita per Leone Editore a metà settembre 2015.

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