Un nuovo fumetto per Nubes: “Ammianus Vesper Mundi”

Nubes cresce e ha un nuovo sito un canale YouTube, una pagina LinkedIn e un nuovo Kickstarter che ci emoziona tantissimo, per Ammianus, Vesper Mundi. Di nuovo un fumetto in italiano, latino o inglese, basato sull’indimenticabile episodio 105 del podcast Storia d’Italia di Marco Cappelli. Questa volta per chi preacquista abbiamo anche dei perk artigianali che escono letteralmente dalle pagine: potete scoprire di più e sostenere la prima tiratura del lavoro a questo link.

Da un ritrovamento archeologico nasce un racconto che mostra come le civiltà non muoiano mai del tutto, ma generino sempre qualcosa di nuovo dal meglio che hanno lasciato. L’antica Roma ha avuto un inizio e un tramonto che però ha illuminato i passi esitanti di una nuova alba.

Salutiamo un 2024 pieno di sfide con questa storia toccante, capolavoro di divulgazione e narrativa storica dalla mente di Marco Cappelli, con sceneggiatura di Francesco Vacca, disegni e colori di Martina Montrasi. Traduzione in inglese di Francesca Reading, in latino di Salvatore Bellavia.

Fieri di essere la Compagnia dell’Anello (di Desana)!

“Origines Pictae”, il volume a fumetti di storie romane pensate in latino, arriva in ottobre!

Ebbene sì, il crowdfunding ha avuto un successo insperato e “Origines Pictae”, il nostro volume di storie romane pensate in latino, a ottobre verrà prima spedito ai sostenitori del progetto e poi messo in vendita su uno shop dedicato di imminente apertura.

Oltre la metà delle copie raggiungerà altri paesi europei, molte anche un altro continente, a riprova che il latino è vivo e forse a non passarcela proprio bene siamo noi italiani.
Per me, che amo il lavoro di squadra, collaborare a questo fumetto scrivendo i soggetti e occupandomi poi di pianificazione e promozione è stata un’esperienza formativa e divertente, che ho intenzione di ripetere alla prima occasione.

“Origines Pictae” ha suscitato curiosità e interesse, aprendo la porta ad altri progetti legati al mondo antico, sempre a fumetti e senza timore delle lingue da usare. Italiano? Inglese? Greco? Perché limitarsi? Le lingue sono un veicolo che, erroneamente, ci insegnano a temere, quasi rendendole giudici del valore mentale di una persona invece che il ruolo di vettori di emozioni e informazioni.

Infine, rispondo in anticipo a una domanda che di certo prima o poi arriverà: perché il crowdfunding?

  • Perché, in un mondo sempre più povero di risorse, ci fornisce una stima corretta delle copie da stampare (se ne stampano sempre di più, ma non in eccesso) scongiurando l’oscenità del macero.
  • Perché ci consente di investire maggiormente sulla qualità di stampa, anche se lavoriamo a prodotti di nicchia.
  • Perché, importantissimo, ci consente di ricompensare subito disegnatore e traduttore, invece che dopo un anno di vendite, come poi accade quando si entra nel canale normale dello shop. Per chi non lo sapesse, nel fumetto da libreria, anche chi svolge il lavoro più visibile viene pagato a percentuale, a differenza che nel fumetto da edicola.

Origines Pictae – storie romane pensate in latino

È in arrivo e in preordine il volume a fumetti “Origines Pictae“: dodici brevi storie ambientate nell’antica Roma e pensate in latino, per far parlare i nostri Padri con la loro vera voce. E sì, di questo progetto sono parte anche io…

Origines Pictae si compone fumetti brevi, dalle 4 alle 6 tavole ciascuno, ambientati in periodi storici diversi, contesti vari e con tagli narrativi differenti, per accontentare i gusti di più lettori possibile, stimolare la curiosità, favorirne la fruizione e mostrare un latino vario per arricchire le potenzialità didattiche dell’opera. I disegni aiutano la comprensione ma offrono anche dettagli realistici che vivificano il contesto, gli approfondimenti alla fine di ogni storia appagano il lettore naturalmente curioso e ambiscono a diventare una meta per il lettore incuriosito dalle storie.

Da qualche anno ho ripreso a studiare latino e, insieme ad altre persone, ho notato la scarsità di testi che si possano leggere per tenersi allenati o per imparare ma con una certa leggerezza e comodità, anche per puro piacere. Il fine ultimo sarà pure Cicerone, ma non è l’unico e, soprattutto, bisogna arrivarci per gradi! Fumetti ne esistono: alcune traduzioni di Topolino e di Asterix, andando più indietro anche di Braccio di Ferro, ma appunto sono adattamenti di opere già pubblicate, nate e progettate con altro fine.

Qui si parte proprio con l’intenzione di raccontare storie romane parlate e narrate in latino, per rendere tutta l’energia e la duttilità di una lingua morta solo se la si reputa tale.

Dunque io ho realizzato i soggetti del volume, Francesco Vacca – che scrive professionalmente per Disney – li ha sceneggiati, Rossano Fragale – glottologo che studia a Pisa – li ha tradotti e a dar loro vita con disegno e colore è Silvio Costa, archeologo.

Non vedevo l’ora di parlarne, perché posso dire senza tema di smentita che questo è il motivo che mi fa alzare dal letto la mattina. In uno dei giorni più bui dell’anno, sotto un cielo grigio, si è accesa la scintilla di un’idea fatta e finita che ha dato luce ai miei giorni. L’ho condivisa con chi mi è più caro, che ne ha parlato con un amico, poi con un altro e in pochi giorni c’era una squadra con un obiettivo da raggiungere: far raccontare agli antichi le loro storie con la loro vera voce!

Io non vedo l’ora di farveli ascoltare. L’appuntamento sui vostri comodini è per l’autunno, quasi metà dell’opera è realizzata, a breve potrete preordinare il testo su Kickstarter. Al momento, seguiteci anche sul nostro sito, dove troverete anticipazioni e curiosità.

scrivere un romanzo storico-consiglio 6

Meglio sempre verificare se una certa pianta o un certo animale fossero già noti nel luogo e nell’epoca in cui ambientiamo la nostra storia. Trimalcione non avrebbe potuto mangiare pane e marmellata. Petrarca non poteva dimenticare le sue pene d’amore con un bel piatto di pasta al pomodoro. Qualcosa di giallo che si trova in un’epoca precedente alla scoperta dell’America si può paragonare allo zafferano o al tarassaco, ma non al girasole. 

Criticità che ho incontrato – inizialmente il termine di paragone era proprio il girasole – e superato qui:

Anche Roma era dorata, fuori da Santa Maria in Turribus. Il cielo turchese e senza una nube sembrava di smalto, i pioppi erano ingioiellati delle loro foglie. Un vento lieve le agitava sui rami e le sollevava dal suolo, trasfigurandole in petali di tarassaco. 

E via dicendo. Vita triste senza la cioccolata? Sì e no. Seppur non dotati di effetto droga, anche il miele e le spezie svolgono il loro (s)porco lavoro consolatorio nei dolci del passato. Provare per credere.

Siccome sono tutto meno che maestrina, sappiate che inizialmente nel romanzo Costanza Sicanie Regina la protagonista pregava accomodata su un inginocchiatoio. Dopo dieci revisioni mi è sorto un piccolo dubbio sull’esistenza di quell’arredo e… tadàn! In effetti ero in anticipo di cento anni. Prontamente sostituito con una perifrasi.

Costanza d’Aragona: la regina che meritava un romanzo- parte quarta

Continua dal post del 3 agosto

Costanza d’Aragona parte – con figlio e bagagli – diretta in Germania, affrontando un viaggio tanto lungo e delicato, quanto importante, perché il ricongiungimento tra i due sovrani si trasforma in una vera missione diplomatica. Durante il tragitto, la regina fa soste frequenti per incontrare vescovi e feudatari e rinforzare i legami con le terre più lontane dalla Sicilia e più influenzate da Ottone. Da qui in poi però la strada è in discesa. Federico sta vincendo la guerra contro Ottone di Brunswick e recuperando quel che appartiene alla sua corona e alla sua famiglia. A vittoria ottenuta, non resta che chiedere la corona imperiale al Papa. Che intanto è cambiato, non è più Innocenzo ma Onorio. E in cambio vuole sempre e comunque una cosa: una crociata. Federico gliele darà, ma a modo suo e anni dopo. 

Ora, però, per scendere a Roma bisogna lasciare qualcuno in Germania e il piccolo Enrico resta lì, con in testa una corona più grande di lui. Un gesto apparentemente crudele, ma in realtà naturale in quell’epoca e a certi livelli, che tuttavia avrà gravi conseguenze nei rapporti tra padre e figlio. 

Prese entrambe le mani della regina nelle sue, la fissò con tutta la forza che poteva donarle «Fidatevi di lui, Costanza. È nostro figlio.» distillò in quelle parole tutta la convinzione che si imponeva, perché quella era una scommessa: la posta in gioco era un impero ma il dado da lanciare era il suo primogenito. La regina trattenne le lacrime, appigliandosi agli occhi acquamarina del re, mentre l’aquila ricamata sullo stendardo continuava, alle loro spalle, a lanciare il suo richiamo di caccia.

Dal romanzo storico Costanza Sicanie Regina, al momento in esclusiva su Amazon

Ma Costanza non potrà vederle.  Dopo un anno e mezzo da imperatrice, metà del quale trascorso in un lungo viaggio al fianco del consorte, per tornare in Sicilia stringendo nuove alleanze a ogni tappa, Costanza muore di malaria a Catania.
È il 1222.
La sua sepoltura, però, continuerà a raccontarne la storia per secoli. E nel prossimo post, oltre che nel romanzo, lo farò anche io.