scrivere è conoscersi nudi

Ieri una persona mi ha dedicato una frase che mi ha mozzato il fiato. Stavo ringraziando, perché mi era stata concessa l’occasione di lavorare due giorni in un contesto impegnato, segno di grande fiducia. Lui mi ha detto: “Ho letto quello che scrivi. Come potevo non fidarmi?”
Ho pensato che proprio così ho conosciuto molte persone fantastiche. Normalmente ci si incontra, ci si studia, si parla. Poi ci si spoglia, metaforicamente e magari anche non.
Leggendo, il processo si inverte: ci si conosce nudi.
Perché, anche quando non si scrive di sé, il verbo, la parola, è sempre soffio dell’anima, quanto di più intimo e vibrante si possa mostrare. Poi si scoprono gli abiti che indossiamo tutti i giorni, la pelle, i peli, le maschere e gli occhiali, il trucco e il tono della voce e tutte le protezioni che ci ricoprono.
Ma l’essenza è già nota, indimenticata ed è ciò che più conta.