Vivo benissimo senza scrivere, non so farlo senza leggere. Per questo, mi riprometto nell’essere più metodica nel raccontare le mie letture, perché di cose belle – quali i libri sono – non si parla mai abbastanza.
Ada o ardore
Ho un debole conclamato per i narratori russi e la prima lettura del 2021 me l’ha confermato una volta di più. Ada o ardore di Nabokov è un libro barocco, psichedelico a tratti, scritto splendidamente, in maniera lussureggiante, apoteosi di dettagli e giochi di parole, tra suoni, sillabe ed evocazioni. Forse il traduttore non sarà stato molto felice, ma per me – lettrice con il culto della parola anche a sé stante – è stato un vero godimento. Un libro ricchissimo, da centellinare. Alice nel paese delle Meraviglie si chiama Ada e vive a Ladore, su Antiterra. Ma di questo ci importa ben poco, perché potrebbe vivere nel nostro mondo ed essere, com’è, un’aristocratica russa di ottima educazione e aspetto intrigante. A tal punto che Van, più-che-cugino, non sa resisterle. Il loro amore carnale e spirituale si dipana lungo tutta una vita, tra drammi, separazioni, compiacimenti intellettuali e laide soddisfazioni. Da gustare.
Il destino attende a Canyon Apache
Panorami sconfinati, tramonti struggenti, splendore e miseria, una civiltà antica che non conosce il possesso e una nuova, senza scrupoli, affamata di ricchezza e riscatto. Questo è stato il West e in questa cornice si intrecciano le storie di due uomini e due donne, che devono fare i conti con le loro origini e i loro sentimenti, per trovare il proprio posto nel mondo. Notevole e ottocentesco, nel migliore e nel più coerente dei significati possibili, il personaggio di Kerry Roderyck. Ma tutti i protagonisti hanno il fascino di un tempo unico e due mondi memorabili, sostenuto da una scrittura precisa e sempre all’altezza della sfida. Io non legherò mai un’aquila. E in uno dei miei pochi ricordi onirici belli e intesi, ero un capo tribù e pagaiavo su un ruscello trasparente, ai piedi di un monte innevato. Mi chiedo, quindi, che ci sto a fare qui, affacciata sul Raccordo Anulare…
Maria – Nata per la libertà
Maria Peron è un’infermiera di Milano, con una solida etica e un profondo amore per la giustizia. Finire sui monti insieme ai partigiani non era in programma, ma era inevitabile. Amalia Frontali ci racconta la storia vera di una donna coraggiosa, che ha avuto il coraggio di fare una scelta e portarla avanti mantenendo i piedi per terra e i propri principi, senza farsi abbrutire dalla guerra, ma sforzandosi di tenere sempre gli occhi aperti contro le ingiustizie e di salvare, salvare, salvare vite. Qualcuno destinato a morire si salverà, qualcun altro, che sembrava invincibile, lascerà tragicamente questa terra. Ma tutti vivranno nel cuore di questa partigiana, che del Bene e della Libertà ha fatto la sua guida per la durata della sua esistenza. Confezionato alla perfezione e sostenuto da una scrittura avvolgente e precisa, Maria – Nata per la libertà è un libro che si fa ricordare.
La nidiata dell’aquila
È risaputo come il duo Marta Tempra e Furio Thot sia sinonimo di opere interessanti. Due autori dalla penna molto diversa – femminile, poetica ed elegante lei; solido e tagliente lui: un tao quasi perfetto – che si amalgamano e si dividono gli spazi in storie complesse e di ampio respiro. Quando cade un grande albero, ai piedi delle sue radici inerti si scatena una guerra tra arbusti per germogliare e trovare i propri spazi. Così avvenne alla morte di Federico Imperatore. E mentre i “Grandi” si affannano alla ricerca di gloria e potere, effimeri come non mai, i “Piccoli” campioni grandi atti, spinti da sentimenti immediati e netti. Tra tutti, spicca Lucia, “rustica” simpaticissima per la sua impulsività e la sua spontaneità, che arrecheranno sollievo a un cuore inaspettato. Attenzione: il libro al momento è solo in cartaceo. Il font e la carta lo rendono parecchio voluminoso. Nell’impossibilità di leggerlo in viaggio, ho impiegato più tempo la sera, cercando di non rovinarlo maneggiandolo.
Ezzelino e il Libro del Comando
Mi sono divertita tantissimo a leggere questo libro, totalmente diverso da quel che mi aspettavo e che cercavo, ma davvero soddisfacente. Perché godersi l’inatteso è un talento che ho appreso di recente – proprio in quel bel castello ottagonale di cui tanto vi ho raccontato! – e che sto affinando, ma aiuta molto a vivere felici. Vi invito a praticarlo e a sfruttare Ezzelino e il libro del comando come spunto scoprire il folclore incredibile del nord-est. A caccia del Libro del Comando, legato al temuto e temibile Ezzelino IIII da Romano, si scatenano due mondi: quello degli uomini più potenti e quello abitato da fate – o meglio, fade – gnomi, aguane, un pamarindo e tante altre creature che animano leggende popolari rutilanti e affascinanti. A questo punto muoio dalla voglia di fare qualche bella escursione in quelle zone, con zaino e scarponi, ma sempre attenta a non mettere i miei piedi nelle orme degli orchi. Perché in quel caso…