Sette motivi per leggere “Far West”

Oggi voglio parlare di uno dei miei libri e voglio farlo in maniera spudorata, dandovi sette buoni motivi per leggerlo. Raramente sono così “esplicita” e diretta, ma ho i miei motivi, perché amo molto questo romanzo, che è nato dopo anni di lavoro e tanti bocconi amari. Eppure é quasi stato nascosto, forse perché diverso dalla produzione che ci si aspettava da me. Complice una situazione drammatica vissuta da una persona a me cara proprio a ridosso dell’uscita del libro, non ho avuto modo di ovviare la scarsa promozione. Ho fatto diversi firmacopie, ma si sa che non sono il mio forte. E quindi, seppur in ritardo, voglio rendergli apertamente i suoi meriti. Ecco l’elenco dei sette motivi per leggere “Far West” o – perché no? – regalarlo a Natale. Clicca su continue reading per scoprire di cosa parla, qualche curiosità e il suo vero titolo.

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Una targa per Far West

Con orgoglio, posso dire che anche “Far West” ha ottenuto un riconoscimento. Al romanzo è stata assegnata una targa in occasione della XXXV Edizione 2018 Premio Città di Cava de’Tirreni. Colleziono targhe, ma il cinquantino ancora non riesco a ricomprarlo! Scherzi a parte, è una grande soddisfazione per me.
Questo romanzo è uscito e ha fatto il suo cammino in un anno molto, molto difficile per la persona che mi è più cara e, di rimando, per tutti noi.
La promozione è stata faticosa per motivi su cui ho riflettuto e mi spiace perché “Far West” non meritava gli ostacoli e la diffidenza che ha dovuto affrontare. Ma le storie, a volte, hanno un lieto fine!

Melodia Sioux: la storia di Zitkala-Sa

Vi racconto una storia… Perché la realtà è sempre più interessante della fantasia! Sono certa che piacerà a chi ha letto “Far West”, perché parla dei Nativi americani in epoca recente. Ma piacerà anche a chi ha letto “Calpurnia, l’ombra di Cesare” perché parla di una donna forte e gentile. Vi racconto la storia di Zitkala-Sa.
A seguire, buona lettura! [il mio testo presente anche qui]
Zitkala-Sa era una bambina dai lunghissimi capelli neri, nata il 2 febbraio 1876 nella Riserva Indiana di Yankton, in South Dakota. La madre era nativa, il padre era un “bianco” e abbandonò la famiglia molto presto, tanto che il nome di lui è incerto. La bambina, che aveva il nome Gertrude Bonnin, cresce per otto anni in povertà, ma circondata dall’affetto e dalla delicatezza della cultura materna. Nel 1884 arrivano i dei missionari a reclutare “bambini indigenti, bianchi, di colore e indiani” per condurli nella White’s Manual Labor Institut, una scuola Quacchera. La piccola Gertrude è felice di imparare a leggere, scrivere e suonare, ma soffre terribilmente le forzature imposte dagli insegnanti e volte a cancellare le sue origini native, a “civilizzarla”. Quando Gertrude rientra nella riserva, si rende conto di essere cambiata – e in questo ricorda un po’ Dennis di “Far West” – e di essere ancora una Sioux, ma diversamente. Mentre altri si omologano alla cultura dei conquistatori, lei ne è segnata ma non stravolta.

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Weekend da Leone: una due giorni di firmacopie a Saronno

Torna l’autunno e tornano i Weekend da Leone. Sei autori di Leone Editore e sei romanzi di genere diverso per due giorni di incontri, scambi, firme nella libreria Mondadori di Saronno.

Io sarò lì con “Calpurnia, l’ombra di Cesare” domenica 24 settembre fino alle 18.30. Potrei tardare un po’ perché vengo da piuttosto lontano, ma saprò farmi perdonare!