A cosa serve leggere – contro gli analfabeti funzionali e i leoni da tastiera

leggere v.tr. [sogg-v-arg] v.tr. [sogg-v-arg] 1 Riconoscere e interpretare i segni della scrittura con i quali è composto un testo Ed è sull’interpretare che si casca male, ormai. Nei tempi dei social, in cui sono richiesti  testi  sempre più brevi e semplificati, nei quali tutto deve essere riassunto da un’immagine con due righe di testo stampigliate su di essa, chi non è abituato alla lettura come piacere o esercita un lavoro che non la comprende tra le attività, può dimenticare come si fa. Ossia, decodifica i segni ma non ne comprende il significato, fermandosi all’interpretazione delle prime righe, spesso filtrate dall’esperienza vissuta personalmente dieci minuti prima, senza saper né astrarre né contestualizzare.
Perché vi dico questo?
Qualche giorno fa, nella mia terra, in provincia di Latina, è accaduta una tragedia.
E vedere come sia stata interpretata dai commentatori social è stato l’ennesima prova che il detto use it or lose it vale davvero per l’uso della materia grigia. Un padre di famiglia ha ferito gravemente la moglie e ucciso le due figlie. Per il comportamento violento di questo marito nei confronti della moglie, si era giunti alla separazione. Lei aveva sempre cercato di mediare, di non danneggiare il marito (che, ricordiamo, svolgeva una professione nobile e delicata alla quale una denuncia avrebbe messo fine. Motivo per cui  la moglie si era limitata a un esposto e a chiedere la collaborazione dei colleghi del marito per calmarlo), ma i comportamenti aggressivi contro la donna erano proseguiti anche  sotto gli occhi delle bambine, che, già grandicelle, avevano iniziato a nutrire una paura patologica nei confronti del padre, rifiutando di vederlo. Erano seguite dagli assistenti sociali, dal tribunale, dalla parrocchia. Per una serie di motivi che non sto a riportare, le istituzioni e la comunità – ossia lo Stato che siamo noi- mancano di proteggere questa famiglia delicata. Una mattina, prima dell’alba, il marito spara alla moglie, entra in casa, uccide le due figlie e poi si barrica per ore nell’appartamento, fino a togliersi la vita.
Questo il fatto.
Un uomo violento verso la moglie, due figlie spaventate dal suo comportamento, la decisione dolorosa di separarsi presa con cautela e con attenzione, i comportamenti violenti che causano paura nelle bambine, l’intervento dei servizi sociali, delle associazioni, della parrocchia. La tragedia.
Ebbene, andatevi a leggere i commenti dei lettori-leoni da tastiera.
Quest’uomo, secondo loro, avrebbe reagito con violenza perché la moglie non gli faceva vedere le bambine. Quindi, in fondo, l’omicidio, la reazione violenta, la scelta di morte – non raptus: se hai un raptus non ti presenti davanti casa, armato, alle 5.30 quando tua moglie sta uscendo per andare in fabbrica – è comprensibile.
Chi mi conosce sa che non sono tenera con le donne che sfruttano i figli per far la guerra ai loro ex mariti.
Ma non è questo il caso.
Sono morte due bambine, una donna è stata ferita gravemente. Ci vuole una smisurata faccia di bronzo a cercare giustificazioni, a fare distinguo e discorsi “in generale”, perché invece in altri casi accade che.
Non ce ce frega niente di cosa succede in altri casi o a miocugggino!
Leggete.
State sul testo, diavolo!
Se non per la vostra dignità ormai compromessa da selfie, buongiornissimo, madonne che piangono tra cuoricini glitterati, almeno per rispetto delle due bambine morte!

I commentatori dalle tastiere fumanti, presi dalla loro foga egoriferita,  hanno mancato il punto ossia la sequenza di eventi riportata chiaramente in tutti gli articoli: uomo violento-> aggressioni davanti alla bambine-> dolorosa decisione di separarsi->aggressioni e minacce che continuano->paura nelle bambine->allontanamento->richiesta di aiuto e mediazione-> proseguimento della condotta violenta-> tragedia. Nella foga della loro non-lettura, gli analfabeti funzionali sintetizzano una storia in una vicenda diversa, i cui i protagonisti sono le loro esperienze e le loro paure. Ma davvero i leoni da tastiera sono così sfigati da dover rapportare anche l’omicidio di due bambine innocenti alla loro squallida vita sentimentale? Davvero nutrono tanta rabbia verso i loro trascorsi con l’altro sesso da proiettarla ovunque? Davvero c’è bisogno di sovrapporsi ai protagonisti di una tragedia incommensurabile, arrivando persino a trovare giustificazioni e attenuanti alla violenza più estrema?
Leggete, che vi fa bene.
E magari, se vi capita, dedicatevi  a una sana passeggiata lontani dal computer. Portate a spasso un cagnolino, guardate le chiome degli alberi. Ricordate cos’è la vita.
Alla fine, pensate un po’, potrebbe persino capitarvi di scopare…

p.s. e anche se fosse stato come avete capito voi, mettetevi davanti allo specchio e dite a voce alta: io giustifico l’omicidio di due bambine. Andatelo a dire in piazza, riferitelo alle persone care. Se non provate vergogna, vi compiango e vi temo.

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