Amici che non leggono, sconosciuti che lo fanno

Di solito non frequento blog, gruppi social o forum per autori. Mi fanno lo stesso effetto di Google quando ho un leggero malessere: alla seconda ricerca, sono certa di avere un piede nella fossa. I gruppi di autori che discettano di scrittura ed editoria mi creano un sacco di ansie e paranoie, peggio che i colloqui tra genitori e professori quando andavo a scuola. Ma, di recente, li sto bazzicando per necessità. Qualche sera fa mi sono imbattuta in una frase, riportata su un forum molto attivo nell’ambito dell’editoria, che suonava più o meno così, “Se nemmeno i tuoi amici leggono quel che scrivi, perché dovrebbe farlo uno sconosciuto?” Questa lapidaria sentenza mi ha colpita particolarmente, perché si è ricongiunta a un discorso fatto con un’amica qualche sera prima. Una di quelle chat vocali che si trasforma in una chiacchierata a scaglioni, tra un autobus da inseguire e un piatto da sfornare. Ecco, quella frase descrive la mia situazione. I miei amici non leggono ciò che scrivo, non comprano nemmeno il libro per cortesia e me lo dicono senza giri di parole. Ma pace, va bene: leggere è libertà! Resta il fatto che non credo abbia senso rivolgersi a un editore e pubblicare  un testo con l’obiettivo di farlo leggere solo nella propria cerchia. Se questa può dare una grossa spinta a un autore emergente, non deve però essere il suo obiettivo.
È vero, i miei amici non leggono ciò che scrivo.
Ma, a differenza di quel che si sosteneva sul forum, lo leggono gli sconosciuti.
Alcuni dei quali sono diventati miei amici.
E sapete cosa? Continuano a leggermi!
Certo, un po’ dispiace pensare che, con una rete di supporto più presente, avrei potuto faticare meno in più di un’occasione. Quest’anno in particolare, per motivi di famiglia, mi sono trovata spesso sola, esausta, ad arrancare. Ma non mi sono arresa. Magari ogni tanto ho messo il mio motore in folle e mi sono pentita di aver preso alcuni impegni che mi è risultato particolarmente gravoso onorare. Ho stretto i denti e lo sto ancora facendo. Ho pianto dalla stanchezza, ma non ho mai mollato.
Ho conosciuto più nuovi amici scrivendo che andando in palestra, ai corsi di lingue e in tutte le occasioni a cui una persona introversa si affida sperando, miracolosamente, di trasformarsi in un animale sociale. E per quanto mi riguarda non c’è classifica, non c’è recensione, non c’è nulla che possa stare al pari di questo dato di fatto: non c’è nulla di più bello e importante.

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