buona fine e buon principio

Sta calando il sole sull’ultimo giorno del 2018. Anzi, probabilmente sarà già tramontato quando terminerò di scrivere questi post. È tempo di bilanci e, per i signori del piano di sotto che hanno messo la friggitrice sul terrazzo, sotto al mio bucato, verrà anche il tempo di bilancia. Facezie a parte, sono rientrata guardando il tramonto, dopo un allenamento in sala pesi. Lo shuffle di Spotify nelle orecchie mi ha propinato canzoni che non potevo fare a meno di sussurrare, nella borgata già deserta e comunque puzzolente, davanti a quel tramonto leggiadro. 

Il 2018 è stato un anno aspro e ruvido. Non mi ha risparmiato nessuna delle sfide che prometteva. Eppure sono riuscita ad affrontarle come mi ero ripromessa di fare: agguerrita, ma senza perdere leggerezza e sorriso. Il 2018 è iniziato con il coltello tra i denti, è proseguito nella stessa maniera: in posizione di blocco a basket, o come un Maori che sa che sta per buscarcele, o come i Romani che fanno testudo. Di tanto in tanto ho rintuzzato gli attacchi. Per il 2019 mi propongo di sferrare qualche colpo. E di mantenere la grinta e il sorriso, la forza e la voglia di fare. Perché se le vicende esterne non dipendono da noi, da noi dipende la reazione. Mi sono vista, per le strade semideserte, con le cuffie nelle orecchie, in tuta nonostante il freddo. Nel 2018 ho compiuto 40 anni. Una bella cifra, si potrebbe dire, ma appartengo a una generazione a cui è stato negato il diritto di sentirsi stanchi e, magari, se si vuole, anche di fermarsi. E così guardo avanti, sono cittadina del mondo in un pianeta dove si alzano i muri, dove si trova conforto alla paura individuando nemici occasionali, mentre su tutti incombe un clima ormai alterato. Gli effetti dei primi “cicloni mediterranei” hanno colpito anche persone che conosco, ma si dà voce a chi sostiene che la terra sia piatta e che la medicina si studi su gugle. Vivo in un’epoca pazza, contraddittoria, sempre sul filo del rasoio. Non l’ho potuta scegliere, forse non potrò nemmeno raccontarla. Ma è la vita che ho avuto in sorte. Diverse persone con cui ho diviso parte del mio cammino, non sono più tra i vivi. Ma molte, troppe persone che tutt’ora incontro, vive davvero non lo sono mai state. Allora io nel 2019 mi auguro di ardere di vita, sempre e nonostante tutto. E lo auguro a tutti i miei lettori, ai miei amici, a tutti quelli che camminano e cammineranno su questa terra.